UNA VOLTA SISTEMATI I CONTI PUBBLICI (ovvero osservato il “pareggio di bilancio” e rientrati con il rapporto “debito pubblico/pil” al 60 %) INIZIERà VERAMENTE LA RIPRESA?
PER CAPIRLO ANALIZZIAMO IL CASO SPAGNOLO
Commissione europea e Bce stanno ripetendo, con ritmo martellante, che gli Stati dell’Eurozona devono ridurre:
- i loro disavanzi di bilancio, ovvero la differenza negativa, misurata su base annua, tra quanto entra e quanto esce dalle casse dello Stato;
- il debito pubblico, dovuto alla sommatoria di tutti i disavanzi poc’anzi descritti.
Questa è condizione sine qua non per iniziare a crescere nuovamente.
Insomma viene affermato che deficit e debito pubblico rappresentano un “cancro” per l’economia ed una volta rimossi, la fatidica ripresa, da tutti auspicata, arriverà.
Il seguente articolo analizzerà quanto è successo in Spagna, dal 2005 ad oggi, per verificare se questa affermazione presenta fondamenti logici o meno.
I parametri a cui la Bce e la Commissione europea danno il massimo risalto sono:
- la crescita del pil;
- l’avanzo o il disavanzo dello Stato (differenza positiva / negativa, misurata su base annua, tra quanto entra e quanto esce dalle casse dello Stato);
- il debito pubblico in rapporto al pil.
Ecco tali dati per la Spagna, presi dal database Ameco, negli anni 2005 – 2006 – 2007:
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
TASSI DI CRESCITA REALE DEL PIL (in percentuale) | 3.50 % | 4.10 % | 3.60 % |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DELLO STATO (in MLD di euro) | 20.748 | 23.23 | 11.651 |
DEBITO PUBBLICO / PIL (in percentuale) | 36.30 % | 39.68 % | 43.16 % |
Ottimo dati, si direbbe (e si diceva pure all’epoca): il pil cresce, c’è addirittura un avanzo primario nel bilancio dello Stato ed il debito pubblico in rapporto al pil va diminuendo.
Addirittura meglio di quanto faceva la Germania negli stessi anni:
GERMANIA | 2007 | 2006 | 2005 |
TASSI DI CRESCITA REALE DEL PIL (in percentuale) | 3.30 % | 3.70 % | 0.70 % |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DELLO STATO (in MLD di euro) | 5.76 | -37.91 | -73.88 |
DEBITO PUBBLICO / PIL (in percentuale) | 65.21 % | 68.02 % | 68.55 % |
Se poi andiamo a vedere anche i tassi di disoccupazione dei rispettivi Paesi troviamo:
2007 | 2006 | 2005 | ||
GERMANIA | 8.7 % | 10.3 % | 11.3 % | |
SPAGNA | 8.3 % | 8.5 % | 9.2 % |
Anche in questo caso la Spagna faceva meglio della Germania.
Se ci limitiamo a leggere questi dati potremmo essere portati a credere che effettivamente per uno Stato, avere i conti pubblici in ordine, fa crescere la sua economia reale.
Provo ora a condurre l’analisi considerando, sugli stessi anni, altre variabili.
Nella trattazione volutamente non sarò troppo specifico: per maggiori approfondimenti invito il lettore interessato ad acquistare, per meno di 10 euro, un semplice manualetto di contabilità nazionale.
La prima misura che verrà considerata è il “REDDITO NAZIONALE LORDO DISPONIBILE”.
E’ una grandezza che deriva dal “PIL” e rappresenta i redditi di cui la Nazione può disporre per consumi e risparmi.
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
REDDITO NAZIONALE LORDO DISPONIBILE (in MLD di euro) | 1018.739 | 959.34 | 889.428 |
La seconda è rappresentata dai “CONSUMI NAZIONALI” che non sono altro che i consumi finali effettuati dalle famiglie residenti nella Nazione.
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
CONSUMI NAZIONALI(in MLD di euro) | 797.713 | 743.272 | 688.625 |
La terza si chiama “RISPARMIO NAZIONALE LORDO” ed è la differenza tra le prime due.
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
REDDITO NAZIONALE LORDO DISPONIBILE(in MLD di euro) | 1018.739 | 959.34 | 889.428 |
meno CONSUMI NAZIONALI(in MLD di euro) | 797.713 | 743.272 | 688.625 |
RISPARMIO NAZIONALE LORDO(in MLD di euro) | 221.026 | 216.068 | 200.803 |
La quarta si chiama “INVESTIMENTI LORDI”; questi sono costituti dal valore dei beni durevoli che nell’anno considerato si aggiungono a quelli presistenti più la variazione delle scorte che misura il valore dell’aumento (o della diminuzione) dell’ammontare delle giacenze di beni intermedi verificatosi nel settore delle imprese tra l’inizio e la fine dell’anno.
Se, dal “RISPARMIO NAZIONALE LORDO” togliamo gli “INVESTIMENTI LORDI” troviamo il CREDITO o il DEBITO della Nazione verso l’estero:
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
RISPARMIO NAZIONALE LORDO(in MLD di euro) | 221.026 | 216.068 | 200.803 |
meno INVESTIMENTI LORDI(in MLD di euro) | 326.236 | 304.945 | 268.575 |
ACCREDITAMENTO (+) o INDEBITAMENTO (-) VERSO ESTERO(in MLD di euro) | -105.21 | -88.877 | -67.772 |
Il significato è abbastanza intuitivo: se il risparmio nazionale è superato dall’investimento nazionale significa che l’eccedenza è stata finanziata dall’estero.
Se il risparmio è 100 e l’investimento è stato 120 significa che per 20 la Nazione si è indebitata con l’estero.
Se invece la Nazione ha 100 di risparmi ed 80 di investimenti significa che per 20 finanzia l’estero (quello che succede, ad esempio, alla Germania).
Tornando ai dati della Spagna, abbiamo pertanto visto che dal 2005 al 2007, quello che stava aumentando, ogni anno, per importi consistenti (67,772 MLD di euro nel 2005, altri 88,877 MLD nel 2006 ed ulteriori 105,21 MLD nel 2007) era il debito estero ma nessuno all’epoca (e neppure oggi) ne parlava.
Altra variabile che ci interessa è il “CONTO DELLE PARTITE CORRENTI” della bilancia dei pagamenti.
Senza entrare eccessivamente nel dettaglio, possiamo dire che tiene conto delle esportazioni dei beni e dei servizi, delle importazioni sempre dei beni e dei servizi, dei consumi degli stranieri in Spagna e dei consumi degli spagnoli all’estero, dei redditi da lavoro dipendente dal resto del modo e al resto del mondo, dei redditi da capitale – impresa dal resto del mondo e al resto del mondo, etc…
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
CONTO DELLE PARTITE CORRENTI (bilancia dei pagamenti) in MLD di euro | -100.865 | -82.551 | -59.489 |
Vedendo i dati spagnoli è evidente che la Spagna “importa” più di quanto “esporta” e dal 2005 al 2007 questo “status” di IMPORTATORE NETTO si è rafforzato; si parla ovviamente di importi consistenti visto che sono espressi in miliardi di euro.
Consideriamo ora la seguente identità che trovate in tutti i libri di Macroeconomia:
(S-I) = (G-T) + (E-I)
dove (semplificando):
S = risparmio privato;
I = investimenti;
G = spesa pubblica;
T = tasse;
E = esportazioni;
I = importazioni.
Che significato possiamo dare a questa identità?
Un modo di leggerla è questo: se lo Stato dà al cittadino più di quanto gli preleva con le tasse, questo comportamento, a parità di altre cose, fa aumentare i redditi (del cittadino) e di conseguenza i risparmi privati;
se un Paese esporta più di quanto importa, significa che incassa dall’estero più di quanto spende all’estero e questo surplus lo accumula facendo aumentare i redditi e, a parità di altre cose, i risparmi privati.
E ad una Nazione come la Spagna che invece in quegli anni importava di più di quanto esportava (E-I < 0) ed aveva un avanzo nel bilancio pubblico (G – T < 0 oppure T – G > 0) cosa sarà mai successo a (S – I) ?
La differenza era negativa ed aumentava per importi via via sempre crescenti.
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
CONTO DELLE PARTITE CORRENTI (bilancia dei pagamenti) in MLD di euro | -100.865 | -82.551 | -59.489 |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DELLO STATO in MLD di euro | 20.748 | 23.23 | 11.651 |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DEL SETTORE PRIVATO in MLD di euro | -121.613 | -105.781 | -71.14 |
Ricollegandoci al dato sulle partite correnti che per comodità riporto
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
CONTO DELLE PARTITE CORRENTI (bilancia dei pagamenti) in MLD di euro | -100.865 | -82.551 | -59.489 |
e dato che
(S-I) = (G-T) + (E-I)
risulta evidente che, se una Nazione persegue il pareggio di bilancio (G = T) ne deriva che
(S-I) = (E-I)
In altre parole, significa che, se un Paese è un IMPORTATORE NETTO come la Spagna ovvero (E – I) < 0
anche (S – I) dovrà essere < 0.
(S – I) negativo significa che la Nazione si sta indebitando verso l’estero.
Deve risultare pertanto chiaro al lettore che una Nazione che persegue il pareggio di bilancio ed è IMPORTATRICE NETTA, per poter importare più di quanto esporta, deve NECESSARIAMENTE indebitarsi con l’estero.
Tornando agli investimenti, a noi interessa capire se il settore privato spagnolo investiva, in quegli anni, più di quanto erano i risparmi della Nazione (il che vuol dire che si indebitava); ed abbiamo capito che ciò stava succedendo.
Indebitarsi è brutto? Non necessariamente; se mi indebito per effettuare un investimento e devo andare per una parte pure a debito perché i risparmi accumulati non bastano, non è che necessariamente faccio una cosa brutta. Bisogna però analizzare se l’investimento è “azzeccato” o meno; se faccio un investimento (soprattutto se in parte a debito) quello che auspico è che faccia aumentare il mio reddito in modo tale da non solo ripagare l’investimento, ma anche guadagnarci.
Come si fa a capire se gli investimenti fatti in Spagna erano “validi” o meno?
Innanzi tutto occorre guardare l’entità dell’investimento:
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
INVESTIMENTI LORDI in MLD di euro | 326.236 | 304.945 | 268.575 |
e confrontare questo dato con il “REDDITO NAZIONALE LORDO” (da non confondere con il “REDDITO NAZIONALE LORDO DISPONIBILE” che abbiamo visto all’inizio).
Il “REDDITO NAZIONALE LORDO” indica i redditi guadagnati dai cittadini della Nazione.
Prendo questo dato scegliendo, dal database Ameco, quello a prezzi costanti (non correnti) in modo tale da poterlo confrontare nei diversi anni senza subire l’effetto derivante dall’inflazione:
SPAGNA | 2007 | 2006 | 2005 |
REDDITO NAZIONALE LORDO (a prezzi 2005) in MLD di euro | 956 € | 930 € | 896 € |
Per carità, vediamo che è aumentato ma in misura molto ridotta considerando gli ingenti investimenti fatti.
Concentriamoci adesso sugli investimenti: nel database Ameco prendiamo la variabile “GROSS FIXED CAPITAL FORMATION BY TYPE OF GOODS AT CONSTANT PRICES” ovvero “INVESTIMENTI FISSI LORDI PER TIPOLOGIA DI MERCE A PREZZI COSTANTI” e selezioniamo il settore “CONSTRUCTION” ovvero “COSTRUZIONE”.
2007 | 2006 | 2005 | ||
GERMANIA | in MLD di euro | 208.833 | 209.5149 | 198.93 |
SPAGNA | in MLD di euro | 210.0797 | 205.219 | 192.389 |
Pazzesco: la Spagna investiva nell’edilizia quanto la Germania.
Peccato che le due Nazioni abbiano dimensioni completamente diverse.
E’ sufficiente confrontare il dato degli abitanti dei due Stati
2007 | 2006 | 2005 | ||
GERMANIA | X 1000 persone | 82263 | 82366 | 82464 |
SPAGNA | X 1000 persone | 44873.6 | 44068.2 | 43398.2 |
La Spagna ha poco più della metà degli abitanti della Germania eppure in edilizia spendeva quanto lei.
Ricapitolando, guardando queste “insolite” variabili abbiamo visto che la Spagna, tra il 2005 ed il 2007:
- era un’ importatatrice netto e questo, nel caso di perseguimento da parte della Nazione del pareggio di bilancio (o ancora peggio di un surplus di bilancio), comporta inevitabilmente una dipendenza finanziaria dall’estero; se l’estero finanzia la Nazione bene, altrimenti per la Nazione sono problemi;
- l’indebitamento con l’estero stava sistematicamente aumentando di anno in anno;
- l’indebitamento privato stava aumentando;
- venivano fatti investimenti in un settore (quello edilizio) per importi spropositati e senza che ciò si traducesse in un coerente aumento dei redditi.
Nel 2008, tutti i giornali intitolavano che la Spagna era entrata in crisi.
In realtà non è corretto dire che “era entrata” in crisi; le criticità, come abbiamo avuto modo di analizzare con l’utilizzo di variabili “corrette”, erano ben manifeste negli anni precedenti.
Tutti i giornali, anche gli stessi che i tre anni primi osannavano la crescita della Spagna, dicevano che era “scoppiata” la “bolla immobiliare”; tutti si erano finalmente accorti che era stato investito troppo nel settore dell’edilizia.
Ecco qui la storia del “disastro” (la tabella con i dati è riportata a fondo pagina; consiglio di stamparla in modo tale da averla sotto gli occhi quando leggerete quanto sotto riportato):
- nel 2008 l’indebitamento verso l’estero è ancora alto ma si nota che dal 2009 progressivamente cala; nel 2013, addirittura, i risparmi nazionali dell’anno sono superiori rispetto agli investimenti dello stesso anno (cosa che non succedeva da anni); la spiegazione è intuitiva: gli investitori esteri hanno paura di finanziare una Nazione che ancora sta comunque investendo (seppur meno degli anni precedenti) in misura significativa nell’edilizia;
- la disoccupazione è aumentata drasticamente passando dal 8,30 % del 2007 al 26,40 % del 2008;
- il conto delle “partite correnti” della bilancia dei pagamenti si è portato in equilibrio nel 2013 in particolar modo grazie ad una significativa diminuzione delle importazioni; va da sé che più disoccupati, più aziende che chiudono e minor credito dall’estero hanno fatto per ovvi motivi calare le importazioni; va comunque fatto presente che il dato relativo al primo trimestre 2014 mette in evidenza un peggioramento delle partite correnti con un – 8,227 MLD di euro;
- lo Stato è dovuto intervenire spendendo in disavanzo ed aumentando il debito pubblico; nel 2012, siccome la Commissione Europea non dava più la possibilità alla Spagna di aumentare ulteriormente la spesa a deficit, l’ hanno costretto a farsi finanziare dal Fondo Salva Stati ESM
E’ fondamentale capire alcuni aspetti:
- la Spagna non è andata in crisi né per via del debito pubblico (che fino al 2009 era ampiamente al di sotto del 60 %, limite stabilito dal Trattato di Maastricht) né per via del disavanzo annuale del bilancio dello Stato (addirittura era in surplus per cui questo “problema” proprio non l’aveva);
- il peggioramento dei conti pubblici si è manifestato solo a crisi già “scoppiata”; per cui non è che sistemando i conti pubblici (leggasi “pareggio di bilancio” e rientro nell’arco di 20 anni dell’eccedenza sul 60 % del rapporto debito / pil) venga rimosso il problema che ha causato il disastro in Spagna;
- le nuove TLTRO promosse da Mario Draghi, al di là degli annunci, non serviranno a far prestare alle banche spagnole ulteriore liquidità alle loro aziende; è evidente che il settore privato spagnolo, dal 2009 ha cominciato ogni anno a chiudere in avanzo; avete appena capito che ciò significa che i risparmi generati nei vari anni dal settore privato sono superiori rispetto a quanto viene investito: liquidità ce n’è già a volontà e le banche non prestano solo perché hanno timore di prestare visto quanto sta succedendo in Spagna (e come dar loro torto);
SPAGNA | 2013 | 2012 | 2011 | 2010 | 2009 | 2008 | 2007 | 2006 | 2005 |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DEL SETTORE PRIVATOin MLD di euro | 88.23 | 102.802 | 63.111 | 60.779 | 70.721 | -50.769 | -121.613 | -105.781 | -71.14 |
- gli investimenti in Spagna sono ancora fortemente collegati al settore dell’edilizia; andando nel database Ameco e selezionando la variabile “GROSS FIXED CAPITAL FORMATION BY TYPE OF GOODS AT CONSTANT PRICES” ovvero “INVESTIMENTI FISSI LORDIPER TIPOLOGIADIMERCEA PREZZI COSTANTI”, troviamo i seguenti settori / valori che confermano il forte “attaccamento” spagnolo al settore dell’edilizia :
DETTAGLIO INVESTIMENTI (in MLD di euro) | 2013 | 2012 | 2011 | 2010 | 2009 | 2008 | 2007 | 2006 | 2005 |
COSTRUZIONE | 102.816 | 118.598 | 135.192 | 156.162 | 176.038 | 220.152 | 230.435 | 218.529 | 192.389 |
ABITAZIONI | 45.374 | 53.844 | 62.867 | 76.145 | 88.766 | 117.766 | 128.669 | 123.205 | 108.341 |
ATTREZZATURA | 60.044 | 60.661 | 63.930 | 59.802 | 56.487 | 76.049 | 77.851 | 69.910 | 62.738 |
PRODOTTI METALLICI E MACCHINARI | 42.216 | 43.976 | 45.824 | 43.986 | 42.294 | 52.194 | 51.573 | 45.662 | 40.674 |
EDILIZIA NON RESIDENZIALE ED INGEGNERIA CIVILE | 57.442 | 64.754 | 72.325 | 80.017 | 87.272 | 102.386 | 101.766 | 95.324 | 84.048 |
ALTRI INVESTIMENTI | 18.421 | 18.282 | 17.573 | 16.517 | 14.871 | 15.845 | 14.930 | 12.824 | 12.317 |
MEZZI DI TRASPORTO | 17.828 | 16.685 | 18.106 | 15.816 | 14.193 | 23.855 | 26.278 | 24.248 | 22.064 |
Per cui alla domanda iniziale ovvero se “una volta sistemati i conti pubblici (ovvero osservato il “pareggio di bilancio” e rientrati con il rapporto “debito pubblico/pil” al 60 %) inizierà veramente la ripresa” sappiamo che, almeno per la Spagna, la risposta è purtroppo NO!
Come promesso vi lascio con la tabella contenente la sintesi dei vari dati di cui abbiamo parlato.
Buona lettura,
Michele Belluco
SPAGNA | 2013 | 2012 | 2011 | 2010 | 2009 | 2008 | 2007 | 2006 | 2005 | |
TASSO DI CRESCITA REALE DEL PIL (in percentuale) | -1.20 | -1.60 | 0.10 | -0.20 | -3.80 | 0.90 | 3.50 | 4.10 | 3.60 | |
AVANZO (+) o DISAVANZO DEL SETTORE PUBBLICO (in percentuale sul PIL) | -7.09 | -10.63 | -9.56 | -9.61 | -11.12 | -4.51 | 1.97 | 2.36 | 1.28 | |
DEBITO PUBBLICO (in percentuale sul PIL) | 93.91 | 85.96 | 70.48 | 61.66 | 53.98 | 40.17 | 36.30 | 39.68 | 43.16 | |
TASSO DI DISOCCUPAZIONE (in percentuale) | 26.40% | 25.00% | 21.70% | 20.10% | 18.00% | 11.30% | 8.30% | 8.50% | 9.20% | |
REDDITO NAZIONALE LORDO DISPONIBILE in MLD di euro | 1006.462 | 1009.161 | 1015.675 | 1022.525 | 1016.56 | 1046.801 | 1018.739 | 959.34 | 889.428 | |
meno CONSUMI NAZIONALIin MLD di euro | 811.611 | 818.312 | 835.041 | 829.615 | 816.375 | 834.371 | 797.713 | 743.272 | 688.625 | |
RISPARMIO NAZIONALE LORDOin MLD di euro | 194.851 | 190.849 | 180.634 | 192.91 | 200.185 | 212.43 | 221.026 | 216.068 | 200.803 | |
RISPARMIO NAZIONALE LORDOin MLD di euro | 194.851 | 190.849 | 180.634 | 192.91 | 200.185 | 212.43 | 221.026 | 216.068 | 200.803 | |
meno INVESTIMENTI LORDIin MLD di euro | 186.656 | 203.302 | 222.276 | 238.638 | 250.216 | 316.697 | 326.236 | 304.945 | 268.575 | |
ACCREDITAMENTO (+) o INDEBITAMENTO (-) VERSO ESTEROin MLD di euro | 8.195 | -12.453 | -41.642 | -45.728 | -50.031 | -104.267 | -105.21 | -88.877 | -67.772 | |
CONTO DELLE PARTITE CORRENTI (bilancia dei pagamenti)in MLD di euro | 15.653 | -6.658 | -36.961 | -39.729 | -45.708 | -99.882 | -100.865 | -82.551 | -59.489 | |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DELLO STATO in MLD di euro | -72.577 | -109.46 | -100.072 | -100.508 | -116.429 | -49.113 | 20.748 | 23.23 | 11.651 | |
AVANZO (+) o DISAVANZO (-) DEL SETTORE PRIVATOin MLD di euro | 88.23 | 102.802 | 63.111 | 60.779 | 70.721 | -50.769 | -121.613 | -105.781 | -71.14 | |
REDDITO NAZIONALE LORDO (a prezzi 2005) in MLD di euro | 914 € | 922 € | 930 € | 936 € | 932 € | 962 € | 956 € | 930 € | 896 € |
14 Ottobre 2014 alle 20:09
Assolutamente ben fatto, complimenti, soprattutto perchè parlate di economia e non fate chiacchiere.