Il M5S ha presentato nel suo programma invece che la proposta chiesta a maggioranza dalla base (http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/10/immediata-uscita-da-eurozona-moneta-sovrana-applicazione-mmt.html) l’idea di un referendum abrogativo sull’Euro a cui la base aveva già risposto EXIT (http://www.beppegrillo.it/2011/12/referendum_per.html).
Va premesso che nessuna Costituzione dei Paesi aderenti – QUALUNQUE FOSSE L’ESITO DEL REFERENDUM – avrebbe il potere di modificare i Trattati europei in quanto essi sono sovranazionali ed hanno potere assoluto.
Pertanto tale referendum avrebbe COMUNQUE ed in ogni caso valore zero.
Nessuno di voi si è chiesto se questa strada sia percorribile e in quali tempi e modi?
Ecco le risposte
Come funziona
1) per la modifica costituzionale il riferimento è l’art. 138 della Costituzione, che prevede 2 passaggi del progetto di Legge in ciascuna Camera a distanza di almeno 3 mesi, quindi diciamo che la tempistica minima, considerando i tempi per la presentazione del progetto e per il passaggio ad ogni camera, non può essere inferiore a 5/6 mesi
http://www.normattiva.it/ricerca/semplice;jsessionid=5709230D11BC7E2B443F7823EB8D342C?erroreSessione=si
Quindi consideriamo 6 mesi per una legge costituzionale per cui ci sia già un progetto bello e pronto con massima convergenza delle forze politiche.
Di meno è impossibile.
Ovviamente poi non devono esserci intoppi nel frattempo, come modifiche del testo (che imporrebbero al progetto di ricominciare l’iter) o la approvazione in seconda battuta, in almeno una camera, con maggioranza inferiore ai 2/3, che imporrebbe un referendum costituzionale. Se ci fosse stata la volontà di fare un referendum sull’Euro e una legge costituzionale apposita, il M5S avrebbe dovuto come primo atto presentare progetto di legge costituzionale per modifica art. 75.
Poi c’è la questione tecnica, che innanzitutto prevede che il referendum possa tenersi solo in un certo periodo dell’anno, 15 aprile -15 giugno ed un tempo specifico per depositare la richiesta: tra 1 gennaio e 30 settembre di ogni anno (http://www.edscuola.it/archivio/ped/civica/ref991.html e http://www.comune.viareggio.lu.it/documenti/elettorale/Iter%20referendario_iniziativa_legge.pdf)
Quindi:
1) 90 giorni di tempo per raccogliere le firme che vanno poi depositate entro il 30 settembre;
2) entro il 15 dicembre, l’Ufficio centrale decide sulla legittimità della richiesta (quindi altri 75 giorni);
3) entro il 10 febbraio la Corte costituzionale decide se ammettere referendum (55 giorni);
4) il Presidente della Repubblica quindi indice il referendum, fissando la data di convocazione fra il 15 aprile ed il 15 giugno.
Pertanto diciamo che correndo al massimo e presentando subito progetto di riforma art. 75, andremmo votare al referendum fra il 14 aprile e 15 giungo 2015. Se non si riesce a modificare art. 75 costituzione entro settembre 2014 si salta un altro anno. Per quel tempo l’euro sarà già un ricordo.
Chi si assumerà la responsabilità?
Ma ora il punto è ancora un altro, ovvero quali danni economici e sociali causerebbe tale e tanta perdita di tempo?
– Aziende italiane chiuse nel 2012 – 12.442 (1.000 al mese 30 al giorno) – http://www.blitzquotidiano.it/economia/imprese-43-giorno-chiudono-fallimento-record-da-gennaio-2013-1527225/
– Aziende italiane chiuse nel 2013 – 15.480 (1290 al mese 43 al giorno)
– Aziende chiuse in media nel biennio 2012 e 2013: 1145 al mese.
– 120 suicidi all’anno dovuti a motivi economici (http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/da-inizio-anno-119-suicidi-per-motivi-economici-45-imprenditori-20131121_144721.shtml) con aumento progressivo (dati aggiornati a marzo 2014: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Suicidi-da-crisi-aumento-del-12-in-Italia-tra-le-persone-in-eta-lavorativa_32562387945.html).
Leggiamo i dati
– in minimo 16 mesi otterremmo: 18.320 aziende italiane fallite + 160 vite umane.
– in un massimo di circa 3 anni otterremmo: 41.220 aziende chiuse e 360 vite umane.
A questo aggiungiamo:
1) esplosione dello SPREAD e la speculazione finanziaria legata alla notizia della raccolta firme per indire il referendum;
2) i danni da fughe di capitali stranieri per investimenti, le fughe di capitali italiani (dato che non essendoci un disegno attuativo non è possibile porre alcun blocco di sorta (che significherebbe infrangere i trattati UE sulla libera circolazione dei capitali)
3) chiusure ci conti correnti per il panico.
In pratica in meno di 10 giorni siamo alla guerra civile ed alla fame. Crolleremmo come un pezzo di stoffa bagnata!*
*indovina la citazione.
Chi se ne assume la responsabilità scriva il proprio nome a commento del presente articolo.
Alzi la mano chi se la sente. Anzi, andiamo al sodo commenti questo articolo scrivendo il proprio Nome, Cognome e città.
Ma non abbiate troppa fretta. Fermatevi a consultare la tabella competa dei costi realizzata per i più esigenti che ci hanno chiesto la parametrizzazione economica anche dei suicidi (su questa abbiamo voluto soprassedere) ma sul resto eccovi la risposta:
- I costi realistici di un eventuale referendum sull’uscita dall’Euro
Grazie per la collaborazione a Lorenzo D’Onofrio, Paola Musu e Maurizio Gustinicchi.
________________
Link relativi a questo argomento:
http://www.edscuola.it/archivio/ped/civica/ref991.html
http://www.comune.viareggio.lu.it/documenti/elettorale/Iter%20referendario_iniziativa_legge.pdf
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/98213dl.htm
http://www.treccani.it/scuola/tesine/costituzione_italiana/4.html
9 Gennaio 2014 alle 16:24
[…] ho scritto “Te lo do io il referendum“, pezzo che presto è stato ripreso anche dal sito Grillini […]
13 Gennaio 2014 alle 09:02
Tutto giusto quello che dici ma:
-Si potrebbe fare un referendum consultivo in un giorno di elezioni per non gravare sui costi.
-Chi si assume la responsabilità di uscire senza consultare gli Italiani?E’ già successo per l’ingresso e lo abbiamo criticato,x l’uscita non è etico commettere lo stesso errore
13 Gennaio 2014 alle 09:35
Luca, evidentemente non è del costo della carta che ci preoccupiamo.
Quanto alla tua domanda sarebbe come chiedere se sia democratico o meno operare per estirpare un cancro.
Se lo fai vivi, altrimenti crepi.
15 Gennaio 2014 alle 14:00
[…] crisi come quella di oggi, si traduce in ulteriori licenziamenti, aziende che chiudono e suicidi (http://www.economia5stelle.it/attivisti/te-lo-io-il-referendum/), e non possiamo permettercelo. Oltretutto che le prossime elezioni europee già si configurano […]
20 Gennaio 2014 alle 00:52
Pienamente d’ accordo con tutti i dati, solo non credo ci sia bisogno di un referendum per uscire dall’ euro, questo operazione talaltro non credo che causerebbe una violazione dei trattati europei, dato che è nostra intenzione rimanere nell’ unione europea, quindi per muovere verso questa direzione quali passi si devono compiere?
20 Gennaio 2014 alle 12:03
Caro Tony, in questo articolo trovi il vademecum per l’uscita: http://www.economia5stelle.it/sovranita/
3 Marzo 2014 alle 18:33
Il referendum sarebbe la strada più lunga e difficile ma quella che porterebbe ad una discussione popolare e una decisione condivisa. Si potrebbe anche evitare il passaggio referendario andando alle elezioni, europee prima e nazionali dopo, con un preciso progetto di uscita dall’euro. Ma resterebbe la difficoltà di modifica della costituzione, con i tempi indicati, ma anche (credo non sono un costituzionalista) la necessità di avere almeno i 2/3 dei consensi in camera e senato (me la vedo dura) altrimenti con la sola maggioranza relativa il passaggio di modifica dovrebbe essere sottoposto a referendum, quindi ritorniamo a bomba. Come fare?
2 Aprile 2014 alle 20:06
I tuoi dati catatrofici sull uscita dall ‘eruo, hanno una base scientifica? O sono supposizioni riportate dai soliti analisti allineati? Ma anche se fosse, non e’ meglio un sacrificio pesante per 2-3 anni che andare avanti cosi per 20 anni o per l’eternita?
Credo che comunque tornare all propria sovranita e sentire la liberta, farebbe tornare parecchio il buon umore alla gente, quindi aumenterebbe molto anche la produttivita
2 Aprile 2014 alle 21:11
Caro Roby, forse non ti è chiaro che qui si parla di dati econometrici con le previsioni di ciò che accadrebbe se venisse indetto il referendum sull’uscita dall’Euro.
I calcoli econometrici si basano su dati statistici ufficiali (le fonti sono all’interno delle immagini).
Per tutto il resto ti consiglio la lettura di http://www.scenarieconomici.it
3 Aprile 2014 alle 14:44
E’assolutamente giusto.
Non ha senso il referendum, si esce dall’Euro con un decreto governativo dalla notte al giorno.
Il M5S prenda una posizione netta sull’Euro indicando se vuole uscire o meno altrimenti perderà in un sol colpo centinaia di migliaia di voti.
Vi avverto, se non si prenderà una posizione netta sull’uscita dall’Euro sarò costretto, mio malgrado, a votare Lega Nord.
Buona giornata
27 Aprile 2014 alle 14:15
Dunque chi è favorevole al referendum approva che si faccia un referendum sulla validità della costituzione dato che i trattati sono incostituzionali?
È legale?
12 Ottobre 2014 alle 13:17
Il problema è di facile soluzione: questo referendum NON è possibile, NON si può fare, pena il disastro. L’uscita dall’euro, ove si volesse davvero si può realizzare solo A SORPRESA nel giro di un weekend. Preparandosi nel lunedì successivo a chiudere le banche, la borsa e staccare pure la luce per maggior sucurezza (ma DOTANDO BANKITALIA DI UN POTENTE GRUPPO ELETTOROGENO NEL CASO)
12 Ottobre 2014 alle 15:40
Il referendum Abrogativo GIA’ è stato presentato, si sono raccolte le firme e ora è in attesa del vaglio! io stesso, come rappresentante del movimento che lo ha proposto (Movimento Base Italia, ero il coordinatore del comuni di Napoli, ora non più) ho depositato la richiesta nel mio comune e ho operato per la raccolta firme. Il M5S è stato avvertito dell’iniziativa e NON HA VOLUTO PARTECIPARE! Grillo lo sapeva e lo sa bene che 2 referendum abrogativi UGUALI non si possono rihiedere!
Grillo si è dimostrato il buffone alla corte di Casaleggio associati.
12 Ottobre 2014 alle 20:58
@DAnilo, referendum abrogativo di cosa? Mica esiste una legge da abrogare. Grillo ieri ha proposto un percorso (fattibile tecnicamente) ma ancora più tortuoso:
Raccogliere le firme per una LIP (legge di iniziativa popolare) che sarebbe appunto una legge costituzionale ad hoc che permetterebbe una tantum un referendum sulla permanenza sull’euro.
Quindi una consultazione valida, non una legge di uscita dall’euro (???), ma un percorso per rendere possibile la consultazione.
Insomma, ancora più lungo l’iter, considerando poi che la Lip deve essere calendarizzata da questo governo e ricevere i voti della maggioranza dei suoi appartenenti.
13 Ottobre 2014 alle 10:57
Anche presentarsi a elezioni politiche come NO€ avendo i favori del pronostico, porterebbe fughe di capitali ecc. E probabilmente gli euristi ne approfitterebbero per vincere ingannando la gente ignorante e impaurita. Quindi referendum stile M5S o NO€ stile Lega sono entrambi dolorosi. L’unico sistema indolore per uscire dall’€ è di presentarsi a elezioni politiche non dicendo nulla sull’€, vincere e uscire a sorpresa come ha scritto un’altro utente, magari il 31 dicembre.
Di sicuro, allo stato attuale, chi è all’opposizione non può fare nulla se non chiedere un referendum o aspettare che in Italia il sistema Euro crolli da solo e si trascini dietro il PD. Sbraitare contro il referendum sarebbe sbagliato solo se fosse la posizione ufficiale in elezioni Politiche (e sottolineo “Politiche”, dato che il 99% delle promesse fatte da TUTTE le liste alle Europee erano ridicole stante il fatto che l’Europarlamento è un ente pressoché inutile)
13 Ottobre 2014 alle 10:59
ERRATA CORRIGE:
Anche presentarsi a elezioni politiche come NO€ avendo i favori del pronostico porterebbe fughe di capitali ecc. E probabilmente gli euristi ne approfitterebbero per vincere ingannando la gente ignorante e impaurita. Quindi referendum stile M5S o NO€ stile Lega sono entrambi dolorosi. L’unico sistema indolore per uscire dall’€ è di presentarsi a elezioni politiche non dicendo nulla sull’€, vincere e uscire a sorpresa come ha scritto un’altro utente, magari il 31 dicembre.
Di sicuro, allo stato attuale, chi è all’opposizione non può fare nulla se non chiedere un referendum o aspettare che in Italia il sistema Euro crolli da solo e si trascini dietro il PD. Sbraitare contro l’idea del referendum sarebbe giusto solo se fosse la posizione ufficiale in elezioni Politiche (e sottolineo “Politiche”, dato che il 99% delle promesse fatte da TUTTE le liste alle Europee erano ridicole stante il fatto che l’Europarlamento è un ente pressoché inutile)
20 Luglio 2015 alle 10:42
[…] è la stessa di quella italiana e come abbiamo già avuto modo di motivare nel precedente articolo Te lo do io il referendum (leggi l’articolo) è impensabile vedere dichiarato un referendum entro una […]